Il Pensiero Cattolico

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S.E.R. Card. Raymond leo Burke

"Ogni aspetto della nostra vita sia una cooperazione con la grazia divina"

Omelia Dominica Resurrectionis Domini Nostri Iesu Christi

Il nostro agnello pasquale, Cristo, è stato immolato, alleluia. Festeggiamo dunque la Pasqua con i pani azzimi in purezza e verità, alleluia, alleluia, alleluia[1].
Queste parole divinamente ispirate dell’antifona alla Comunione, tratte dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, esprimono la realtà oggettiva che è all’origine dell’inesprimibile meraviglia e gioia di oggi, giorno della Risurrezione di Nostro Signore.

È la realtà che l’Angelo Pasquale ha annunciato alle sante donne che si erano recate al sepolcro di Cristo per ungere il suo corpo senza vita e avevano trovato la tomba vuota: Non vi meravigliate; voi cercate Gesù di Nazareth, che è stato crocifisso. È risorto, non è qui; guardate il luogo dove l’hanno deposto[2].
Dopo essere stato crudelmente torturato e giustiziato con la crocifissione, e dopo aver versato interamente il suo sangue, quando il soldato romano gli ha trafitto il costato dopo che era morto, Cristo è risorto dai morti, vincendo per sempre la morte nella nostra natura umana e conquistando per noi l’eredità della vita eterna. Dal suo trono nella gloria, alla destra di Dio Padre, Nostro Signore riversa incessantemente e senza misura la sua vita per noi. Dal suo Cuore glorioso e trafitto, Egli riversa nei nostri cuori la grazia onnipotente – santificante ed attuale – dello Spirito Santo.
È così che noi, vivi in Cristo grazie all’effusione dello Spirito Santo, siamo destinati a godere della vita eterna. Alla nostra morte, le nostre anime sono destinate a riposare eternamente in Dio. I nostri corpi, una volta deposti nella tomba, sono destinati, nell’ultimo giorno, a risorgere a vita eterna nella stessa gloria del Signore risorto. Egli è infatti, secondo le parole di San Paolo, “primizia di coloro che sono morti”[3].
Dom Prosper Guéranger commenta così le parole dell’Angelo Pasquale alle sante donne, riportate nel Vangelo di oggi:
« Non è qui, perchè é risorto ». Un morto, che delle mani pietose avevano steso là, su quella tavola di pietra, in quella grotta, ecco che si è levato e senza neppure manomettere la pietra che ne chiudeva l’ingresso, si è slanciato in una vita che non dovrà più avere fine. Nessuno gli ha portato soccorso; nessun profeta, nessun inviato da Dio si è chinato su quel cadvere per richiamarlo in vita. È lui stesso che, per virtù propria, è risuscitato. Per lui, la morte non è stata una necessità, ma l’ha subita perchè l’ha accettata; e l’ha spezzata quando ha voluto. Oh! Gesù che potete beffarvi della morte, voi siete il Signore Dio nostro![4]
È il Corpo glorioso e incruento di Cristo – il suo glorioso Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità -, frutto del suo cruento Sacrificio sul Calvario, che riceviamo nella Santa Comunione, sia come Pane celeste per sostenerci nel nostro pellegrinaggio terreno, sia come pegno sicuro del destino del nostro pellegrinaggio: la vita eterna. Così preghiamo davanti al Santissimo Sacramento, con le parole di San Tommaso d’Aquino: “O sacra mensa in cui ci nutriamo di Cristo e ne ricordiamo la Passione! L’anima viene inondata di grazia e ci è dato il pegno della vita futura”[5].
La realtà che celebriamo oggi cambia la nostra vita per sempre. Viviamo ora alla presenza di Cristo Risorto, partecipando al dono stesso della sua vita, che è vita eterna. Riceviamo da Lui, finché restiamo fedelmente in Sua compagnia, la grazia di vivere ogni momento della vita in attesa del suo compimento nel Regno dei Cieli. La Parola viva di Nostro Signore definisce la straordinarietà della nostra vita quotidiana ordinaria: “Cingete i vostri fianchi e accendete le vostre lampade, e siate come uomini che aspettano che il loro padrone torni a casa dal banchetto di nozze, per aprirgli subito quando verrà a bussare”[6]. Così pregherò nella Secreta: “Accogli, Te ne preghiamo, o Signore, le preghiere del tuo popolo insieme all’offerta di questi doni, affinché ciò che ha avuto inizio nei misteri pasquali, con la tua grazia ci sia di rimedio per l’eternità “[7]. Dom Guéranger commenta questa Secreta:
L’intera assemblea dei fedeli sta per partecipare al banchetto pasquale; l’Agnello divino li invita ad esso…. La santa Chiesa, nella sua Secreta, invoca su questi ospiti favoriti le grazie che procureranno loro la beata immortalità di cui stanno per ricevere il pegno[8].
Che ogni nostro pensiero, parola e azione rifletta la realtà oggettiva della nostra vita in Cristo. Che ogni aspetto della nostra vita quotidiana sia una cooperazione con la grazia divina per la gloria di Dio, per la nostra salvezza e per la salvezza del mondo.
Preghiamo oggi per la nostra santa Madre Chiesa che è attaccata da coloro che, specialmente al suo interno, nella ribellione, separano la loro volontà dalla volontà di Dio e cadono così in tanta confusione ed errore con i loro frutti mortali: divisione, eresia, apostasia e scisma. Preghiamo per una rinnovata conoscenza e amore della Sacra Tradizione, di Cristo che solo è la nostra salvezza e che solo, in una linea ininterrotta dai tempi degli Apostoli, ci insegna la verità divina, ci anima con l’amore divino e ci dà la grazia dell’obbedienza alla volontà di Dio e, quindi, della salvezza eterna.
Preghiamo anche per i popoli del mondo che soffrono la violenza e la morte a causa dell’ingiustizia frutto della menzogna, della corruzione e dell’odio, soprattutto in Ucraina, ma anche in molte altre nazioni e comunità e famiglie. Preghiamo affinché la grazia che sgorga incessantemente e a dismisura dal Cuore trafitto di Nostro Signore Risorto raggiunga i loro cuori per guarirli e raggiunga i cuori di tutti per ristabilire l’ordine della giustizia con il suo frutto che è l’armonia e la pace.
Uniti al Cuore Immacolato di Maria e sotto la protezione paterna del Cuore purissimo di San Giuseppe, mettiamo ora i nostri cuori completamente nel Cuore glorioso e trafitto di Gesù, mentre Egli rende sacramentalmente presente per noi il suo Sacrificio sul Calvario. Che i nostri cuori, purificati da ogni peccato e animati dall’amore divino nel Sacro Cuore di Gesù, siano un tutt’uno con i cuori di tutti i nostri fratelli e sorelle, specialmente di quelli più bisognosi.
Il nostro agnello pasquale, Cristo, è stato immolato, alleluia. Festeggiamo dunque la Pasqua con i pani azzimi in purezza e verità, alleluia, alleluia, alleluia[9].



Raymond Leo Cardinale BURKE

Dominica Resurrectionis Domini Nostri Iesu Christi
Chiesa dei Santi Michele e Gaetano
Firenze
9 aprile 2023
Epistola: 1 Cor. 5, 7-8
Evangelium: Marc. 16, 1-7
_______________________________

[1] “Pascha nostrum immolatus est Christus, alleluia: itaque epulemur in azymis sinceritatis et veritatis. Alleluia, alleluia, alleluia”. “Dominica Resurrectionis: Communio”, Missale Romanum ex Decreto Sacrosancti Concilii Tridentini restitutum Summorum Pontificum cura recognitum, Editio iuxta typicam. [Missale Romanum]. Traduzione italiana: “Domenica di Pasqua Resurrezione del Signore: Ant. alla Comunione”, Gaspare Lefebvre, Messale Romano Quotidiano, ed. Apostolato Liturgico di Genova (Marietti Editori Ltd., 1963), p. 546. [Messale Romano Quotidiano]. Cfr. 1 Cor 5, 7-8.

[2] Mc 16, 6.

[3] 1 Cor 15, 20.

[4] ” « Il est ressuscité; il n’est pas ici » : un mort que des mains pieuses avaient étendu là, sur cette table de pierre, dans cette grotte; il s’est levé et tout à coup, sans même déranger la pierre qui fermait l’entrée, il s’est élancé dans une vie qui ne doit plus finir. Personne ne lui a apporté la sécurité, aucun prophète, aucun envoyé de Dieu n’a épinglé le cadavre pour le ramener à la vie. C’est lui-même qui, par sa propre vertu, est ressuscité. Pour lui la mort n’a pas été une nécessité; l’a subie, parce qu’il l’a voulu; l’a brisée, quand’il l’a voulu. O Jésus qui vous jouez de la mort, vous êtes le Seigneur notre Dieu”. Prosper Guéranger, L’Année liturgique, Le Temps Pascal, Tome I, 21ème éd. (Tours: Maison Alfred Mame et Fils, 1926), p. 194. [Guéranger]. Traduzione italiana: Prosper Guéranger, L’Anno liturgico, Volume III, Il Tempo Pasquale, tr. Lea Roberti (Alba [Cuneo]: Edizioni Paoline, 1957), p. 43.

[5] “O sacrum convivium, in quo Christus sumitur: recolitur memoria passionis eius, mens impletur gratia, et futurae gloriae nobis pignus datur”. Enchiridion Indulgentiarum. Normae et Concessiones, ed. 4ª (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1999), p. 55, n. 7. Traduzione italiana: Messale Romano Quotidiano, p. 1776.

[6] Lc 12, 35-36.

[7] “Suscipe, quaesumus, Domine, preces populi tui cum oblationibus hostiarum : ut paschalibus initiata mysteriis, ad aeternitatis nobis medelam, te operante, proficient”. “Dominica Resurrectionis: Secreta”, Missale Romanum. Traduzione inglese: “Domenica di Pasqua Resurrezione del Signore:: Secreta”, Messale quotidiano, p. 546.

[8] “Le people saint tout entier va s’asseoir au banquet pascal; l’Agneau divin convie tous les fidèles à se nourrir de sa chair; … la sainte Église, dans le Secrête, implore pour ces heureux convives les grâces qui leur assureront l’immortalité bienheureuse dont ils vont recevoir le gage”. Guéranger, p. 196. Traduzione italiana dall’autore.

[9] “Pascha nostrum immolatus est Christus, alleluia: itaque epulemur in azymis sinceritatis et veritatis. Alleluia, alleluia, alleluia”. “Dominica Resurrectionis: Communio”, Missale Romanum. Traduzione italiana: “Domenica di Pasqua Resurrezione del Signore: Ant. alla Comunione”, Messale Romano Quotidiano, p. 546. Cfr. 1 Cor 5, 7-8.

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