Il Pensiero Cattolico

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Nicola Barile

University of California, Berkeley

Recensione de «La tiara e la loggia» di Gaetano Masciullo

Può un cattolico aderire alla Massoneria? La risposta è ovviamente no, dopo le ripetute condanne della Chiesa: eppure, a suo tempo, la stessa Congregazione per la dottrina della fede, guidata dal cardinale Franjo Šeper (1968-1981), sembrò ammettere questa possibilità (19 luglio 1974), in nome dei tempi che erano cambiati, salvo smentire successivamente questa apertura (1981).

Una storia ancora tutta da approfondire, di cui tuttavia il lettore non troverà traccia nel recente, bel libro di Gaetano Masciullo, La tiara e la loggia. La lotta della Massoneria contro la Chiesa, Fede & cultura, Verona 2023: niente affatto, come si potrebbe dedurre a prima vista dalla lettura del titolo del volume o da una sua veloce scorsa, l’ennesima monografia sui rapporti fra Chiesa e Massoneria che pure, come nel caso della sorprendente apertura del cardinale Šeper, non manca affatto di riservare sorprese e colpi di scena, quanto uno studio condotto appassionatamente per «svelare la macchina cospirativa che è stata ordita nei secoli contro la Chiesa cattolica e che procede ancora oggi», di cui «la Massoneria è stato solo un mezzo per condurre una guerra che è ben più vecchia di quella iniziata nel 1717, l’anno ufficiale di nascita della prima loggia massonica».
Infatti, la fondazione della prima loggia massonica, avvenuta appunto il 24 giugno 1717 in una birreria di Londra ad opera di alcuni misteriosi individui non è avvenuta così, per puro caso ma, al contrario, è stata preceduta da vari e numerosi eventi, niente affatto «mere curiosità storiche», quanto piuttosto «utili indizi» che aiutano a situare nel tempo quell’evento, apparentemente insignificante ma, in realtà, foriero dell’abbraccio mortale che la Massoneria avrebbe riservato alle società di antico regime, oltre che a quelle contemporanee.
La tiara e la loggia documenta con dovizia di date e personaggi come le corporazioni muratorie francesi, inglesi e scozzesi divennero ben presto ricettacoli e scuole di quelle correnti dottrinali e teologiche (gnosi, cabalismo, catarismo ecc.) che si agitavano in modo sotterraneo nell’Europa cattolica, i cui esponenti iniziarono a frequentare, convincendo i primi liberi muratori della bontà delle proprie dottrine erronee e diffondendo contemporaneamente l’odio per la Chiesa cattolica. Con il passare del tempo, anche gli aristocratici furono attratti dagli insegnamenti che venivano impartiti da queste logge di franc-maçons, sicché esse divennero non più ritrovi di architetti e muratori protetti e finanziati da abati e cavalieri, com’era stato fino al medioevo, ma luoghi di incontro fra intellettuali, capaci di costruire sofisticate ma perigliose cattedrali del pensiero, e nuovi patroni e finanziatori, fortemente interessati a capovolgere il dominio cattolico in Europa e nel mondo. Può ben dirsi così che il mondo e la società moderni non sono altro che il frutto di un’iniziazione inconscia da parte delle società segrete, in primis della Massoneria, in funzione anti-cattolica, in cui le libertà individuali, così ben rappresentate dai comuni medievali, hanno ceduto via via il passo alla cura dei bisogni della collettività tipica dello stato moderno.
Lo stato moderno, non più (o meglio, non solo) personificato dal re, divenne caratterizzato, oltre che dalla cura della sicurezza, anche dalla spersonalizzazione del potere, presentandosi come autorità morale, che pretende di auto-fondarsi eticamente, anzi, di essere esso stesso la fonte della morale del popolo che governa; da queste sue caratteristiche, ne seguirono a loro volta altre, che ormai si possono ritrovare oggi in quasi ogni stato, come la gerarchia burocratica, la tendenza all’impero e quella tecnocratica, da cui discendono, a loro volta, la tendenza alla guerra e il controllo della cultura, per finire con l’egualitarismo, l’ingerenza economica e l’uso generalizzato della coercizione.
Non mi è possibile riassumere i duemila anni di storia considerati da La tiara e la loggia, che spazia praticamente dalla nascita delle chiese gnostiche nei primi secoli del cristianesimo a quel «secolo breve» che è stato il Novecento, passando per movimenti come quelli dell’illuminismo francese e del risorgimento italiano di due secoli (il XVIII e il XIX) considerati del «trionfo massonico», ma che riserva anche delle pagine sulla più stretta attualità, come quelle della guerra in Ucraina, ma mi sia consentito richiamare la lezione di Vittorio Messori che anima le sue pagine, quando invitava a «pensare la storia in una prospettiva “cattolica”, nella consapevolezza, data dalla fede, di un enigmatico Piano, di una Provvidenza che tanto nascostamente quanto fermamente guida l’avventura di ogni singolo uomo e dell’umanità».
Alla stessa stregua, il libro di Gaetano Masciullo si occupa di quelle cause invisibili della storia, tra le quali vi è certamente Dio, senza dimenticare che ci sono anche quelle visibili, appartenenti a questo mondo, che remano contro la volontà di Dio: tra queste, la Massoneria, appunto, e tutte quelle società segrete nate nella modernità per realizzare il progetto di un ordine del mondo «nuovo», rispetto a quello «vecchio» del cattolicesimo medievale. Si tratta di un sogno risalente almeno al mondo pagano, quando cioè il poeta latino Virgilio (70-19 a. C.) cantò in un’egloga famosa l’avvento di un nuovo ordine dell’umanità che, nel medioevo, fu identificato con la nascita stessa di Cristo.
Cosa rimane di questo sogno? Non molto, secondo Gaetano Masciullo, in quanto, benché sempre molto attive, «le logge non sono più fiorenti come un tempo (…).
Un ente perde la propria funzione quando è sconfitto da un ente con una funzione opposta, oppure quando raggiunge il proprio fine». Non per questo, però, i pericoli per la Chiesa e per l’uomo sono diminuiti, anzi, per certi versi, si sono fatti più insidiosi perché «Oggi la spada della lotta è stata affidata ad altre entità – per esempio agli stessi uomini di Chiesa che propugnano la teologia modernista – ma noi abbiamo il compito di conoscere la nostra storia, senza le lenti dell’ideologia, e proseguire nella battaglia, la buona battaglia della Fede».

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