Il Pensiero Cattolico

21 Novembre 2024

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Don Nicola Bux

"Le cose dell'Altro Mondo"

Dal ciclo di catechesi sui Novissimi

I “Novissimi”, o dal latino, “Le ultime cose”, cioè quelle che riguardano ogni uomo alla fine della vita, sia terrena che dopo la morte, sono una trattazione appropriata, in vista dell’Anno Santo Giubilare. Dopo la morte, ogni anima riceve il giudizio particolare e alla fine dei tempi, quello universale. Oggi siamo in un mondo in cui si ha paura della morte, la si rifiuta il più possibile, con l’illusione di vivere in eterno, in una fasulla spensieratezza. Di conseguenza, tutti i segni del lutto sono stati ridotti al minimo, a differenza di una volta in cui si partecipava con solennità ai funerali.

Queste erano occasioni di riflessione sulla propria vita, sul significato del tempo che passa e sulla fine che si avvicina … Ora cercheremo di capire che cos’è la morte, per comprendere, in seguito, quale sia l’atteggiamento giusto per prepararsi ad essa. Dal Compendio riprendiamo i numeri 72, 77 e 78 . Alla domanda 72, su quale fosse la condizione originaria dell’uomo, secondo il progetto di Dio, si risponde che Dio aveva donato all’uomo e alla donna una speciale partecipazione alla propria vita attiva, in santità e giustizia. L’uomo sarebbe vissuto in armonia perfetta col Creatore e le creature, senza soffrire, né morire, perché Dio non poteva avere progetti di morte. Tutto ciò, inteso come paradiso terrestre, ci è stato rivelato dal Signore stesso, come leggiamo nel primo libro della Genesi. Il famoso episodio del frutto proibito è un genere letterario, per spiegare che l’uomo si è lasciato ingannare da qualcuno che gli ha promesso di diventare come Dio. Con questo atto di ribellione (peccato originale, nr 77) la natura umana si è debilitata ed è stata sottoposta alla sofferenza dei mali fisici, psichici, morali e spirituali. Inoltre, l’uomo è caduto nell’ignoranza, perché gli è venuta a mancare la sapienza e la sua volontà è diventata incline al male, soggetta alla concupiscenza, cioè, al desiderio morboso, non buono, che ci porta a desiderare ciò che sappiamo già essere negativo per noi (questo è un tema che oggi, andrebbe sviluppato meglio, soprattutto con i giovani …). Ora, Dio non ha abbandonato l’uomo al potere della morte (nr.78); al contrario, gli ha annunciato, in modo misterioso (Protovangelo, Genesi 3-15), che il male sarà vinto grazie ad un Salvatore. Si tratta del primo annuncio del Messia. Il serpente, simbolo dell’insinuarsi del maligno nella vita dell’uomo, verrà sconfitto dalla nuova Eva, la Vergine Maria, Colei che, dicendo “Sì” al piano di Dio, ha reso possibile la nostra salvezza. Ecco perché questa Creatura è detta beata ed è venerata da tutte le generazioni; paradossalmente, grazie a Lei, possiamo definire il peccato “Felice colpa”. Al nr.131 si legge:” La risurrezione è il culmine dell’incarnazione … e il Risorto è il principio della nostra giustificazione e della nostra risurrezione”. Noi crediamo per fede, che Gesù Cristo con la Sua morte, ha espiato i nostri peccati e con la Sua risurrezione, farà risorgere anche i nostri corpi. A questo proposito, va fatto notare che mai, nella storia, il cristiani sono stati simili ai pagani, nel bruciare i corpi dei loro defunti; al contrario, li deponevano in terra o nei loculi, come segno di una realtà da conservare, in attesa della risurrezione. Gli ultimi due articoli 205 e 206 riguardano l’anima: “Con la morte, il corpo cade nella corruzione, mentre l’anima che è immortale, va incontro al giudizio di Dio. Entrambi si ricongiungeranno alla fine del mondo, ma è impossibile per l’immaginazione e l’intelletto, comprendere come avverrà la risurrezione del corpo …” Nella Bibbia è celebre la profezia di Ezechiele riguardo ai corpi sepolti nella valle che, ad un certo punto, riprendono vita e si rialzano. Ora, Dio ha creato la materia e noi, oggi, che conosciamo bene la scienza, sappiamo che le molecole si aggregano in modo diverso, ad esempio l’acqua può avere uno stato liquido, solido o gassoso … Perciò, perché non possiamo credere anche, che le molecole del nostro corpo, disaggregate dalla corruzione della morte, possano essere ricomposte dallo spirito di Dio, in un corpo trasfigurato, come quello di Cristo risorto? La risurrezione di Cristo è la caparra, il pegno della nostra risurrezione, perché, come Lui è risorto, così anche noi risorgeremo. La prossima lezione riguarderà il “Come si muore”. Affronteremo alcune tematiche, riguardanti il sacramento dell’unzione degli infermi, le esequie, l’eutanasia e la cremazione. Come ha scritto Vittorio Messori nel suo libro “Scommessa sulla morte”, bisogna prepararsi bene a questo momento, così come facciamo quando dobbiamo partire per un viaggio … I nostri antichi, che avevano molta più fede di noi, addirittura, davano disposizioni sui vestiti da indossare e accettavano la fine quasi serenamente, preparati a livello morale e spirituale. Papa Giovanni XXIII soleva dire: “Io ho le valigie sempre pronte …”

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