Il Pensiero Cattolico

18 Novembre 2024

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Don Nicola Bux

“Fiducia Supplicans” non appartiene al Magistero autentico
e invita il cardinale Fernández a dimettersi

Versione originale in italiano dell'intervista concessa da don Nicola Bux a Edward Pentin per il suo blog

Qual è stata la reazione generale alla Fiducia supplicans in Italia – per lo più contraria, secondo lei, o ambivalente?

A motivo della vicinanza alla Sede Apostolica, i vescovi italiani sembrano cani muti: approvano o dissentono, o temono la “rappresaglia”. Tra i fedeli e i non praticanti, c’è chi considera FS e i tentativi di giustificarla, un insulto all’intelligenza; poi, chi conosce la dottrina della fede e della morale, in specie la normatività della Rivelazione, si pone il primo Dubbio dei 5 Cardinali quest’estate: è possibile che la Chiesa insegni oggi dottrine contrarie a quelle che in precedenza ha insegnato in materia di fede e di morale, sia da parte del Papa ex cathedra, sia nelle definizioni di un Concilio ecumenico, sia nel magistero ordinario universale dei vescovi sparsi nel mondo (cfr. Lumen Gentium 25)? Certo è che FS non appartiene al “magistero autentico”, e perciò vincolante, perché quanto in essa si afferma, non è contenuto nella parola di Dio scritta o trasmessa e che la Chiesa, il Romano Pontefice o il Collegio episcopale, in modo definitivo, ossia con giudizio solenne, oppure con magistero ordinario e universale, propone a credere come divinamente rivelato. Non vi si può nemmeno aderire con religioso ossequio della volontà e dell’intelletto.

Cosa ne pensa del comunicato stampa del 4 gennaio volto a chiarire la dichiarazione? Ha risolto qualcosa?

L’ignoranza predomina nella gran parte dei battezzati, a motivo del fatto che da decenni, alla catechesi si preferiscono le questioni sociali; per le coppie irregolari eterosessuali e omosessuali vale ormai: love is love. Chi usa la logica, è contrario e si pone il secondo Dubbio dei Cardinali: è possibile che in alcune circostanze un pastore possa benedire unioni tra persone omosessuali, lasciando così intendere che il comportamento omosessuale in quanto tale non sarebbe contrario alla legge di Dio e al cammino della persona verso Dio? Legato a questo Dubbio c’è un altro: continua ad essere valido l’insegnamento sostenuto dal magistero ordinario universale, secondo cui ogni atto sessuale fuori del matrimonio, e in particolare gli atti omosessuali, costituisce un peccato oggettivamente grave contro la legge di Dio, indipendentemente dalle circostanze in cui si realizzi e dall’intenzione con cui si compia? Dunque, il comunicato del 4 gennaio è la classica toppa peggiore del buco.

È d’accordo sul fatto che la dichiarazione abbia messo in luce divisioni che erano già presenti, ma che ora sono allo scoperto?

Benedetto XVI, negli Appunti dell’11 aprile 2019, ha descritto la provenienza della débàcle della morale cattolica, e quindi anche delle divisioni tra i cattolici, a causa del ritenere non peccaminose la convivenza sia di una coppia etero sia di quella omosessuale. La divisione o scisma, prima sommerso, ora è emerso: se sarà dichiarato formalmente in occasione di un prossimo evento ecclesiale, come un sinodo o un conclave, lo vedremo. Certo, il prossimo papa dovrà fare i conti, se approfondire la divisione o ricucirla convocando un Concilio. A chiunque sia candidato a papa, si dovrà chiedere nelle Congregazioni pre-conclave di rispondere ai Dubbi accumulati dal 2015 in poi, pena l’aggravamento della divisione della Chiesa.

Perché ritiene che ci sia stata opposizione soprattutto in Africa, Europa centrale/orientale e non negli Stati Uniti e in altri Paesi principalmente occidentali?

Perché in queste aree, cioè nell’emisfero nord e occidentale, dopo il Vaticano II, la Chiesa ha contrastato l’ideologia relativista che penetrava nella morale e demoliva il diritto naturale, con la formazione alla dottrina e alla vita in Cristo, ossia alla morale cattolica, combattendo il pensiero neo pagano; così il popolo è rimasto fedele. Poi, si vada a chiedere ad un ebreo, se esista una benedizione(berakà) che non abbia una sacralità (noi diciamo: non sia liturgica) e se si possa benedire qualcosa che Dio maledice e ha in abominio, come il peccato contro natura. Un amico ebreo che ha saputo di FS mi ha detto: il papa non conosce la Bibbia? Per non dire dell’ironia dei musulmani e della presa di distanza degli ortodossi che hanno dichiarato ormai impossibile l’unità coi cattolici. FS e i comunicati successivi sono frutto dell’ignoranza del prefetto Fernandez.

Qual è il modo migliore per risolvere la confusione e la divisione derivanti dalla FS?

Spiegare che non c’è pastorale senza pasto, perché “L’insegnamento effettivamente è come un cibo, il cui possessore è colui che lo distribuisce” (San Gregorio Nazianzeno). La dottrina quindi è un pasto, ma se il pastore non ce l’ha, non può fare pastorale. Il dramma della Chiesa odierna è la separazione della pastorale dalla dottrina, ovvero dell’amore dalla verità. E lo stiamo pagando caro, come aveva previsto Giovanni Paolo II. Papa Francesco dovrebbe annullare FS e sostituire il prefetto con un uomo di “dottrina sicura, sana e pura” per usare le parole dell’Apostolo a Tito.

Come pensa che questa vicenda influenzerà il prossimo Conclave?

Sicuramente il prossimo papa se non vuole esserlo solo per una parte di Chiesa, dovrà porsi la domanda: qual’è la missione della Chiesa? Quella di adeguarsi al mondo o di salvarlo? L’unità della Chiesa cattolica è compromessa da FS, perché, su una verità morale così essenziale, accetta in pratica visioni opposte tra le Chiese sparse nel mondo. Un esempio: il nuovo vescovo di Foggia ha detto che, la sua, sarà la “chiesa di Francesco che benedice tutti”. Ma la Chiesa non è di Gesù Cristo? Fernandez si è screditato, pubblicando un documento che è l’opposto di quello del suo predecessore, Ladaria, nel 2021: questo sarebbe lo “sviluppo” o piuttosto l’eterogenesi della dottrina? Si è umiliato il Dicastero e la stessa S.Sede. Qualcuno ha già ribattezzato il Dicastero “per la distruzione” della fede. Qualsiasi documento, Fernandez firmasse in seguito, peserebbe su di lui il sospetto di ignoranza e malafede. Dovrebbe dimettersi.

Vai all’intervista in inglese sul sito di Edward Pentin

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